Ematuria

abstract

Il termine ematuria indica la presenza di emazie (eritrociti) nelle urine rilevata tramite gli esami di laboratorio.
Tale riscontro può essere associato ad altre anomalie dell’esame delle urine oppure può essere una anomalia urinaria isolata; in ogni caso è un risultato da non sottovalutare in quanto nella maggioranza dei casi è correlato ad una data patologia.

In base all’entità della perdita di emazie si distinguono:

  • ematuria macroscopica o macroematuria, quando la presenza di sangue nelle urine è visibile ad occhio nudo, per il caratteristico colore rosso;
  • ematuria microscopica o microematuria, quando le urine non presentano alterazione del colore e la presenza delle emazie può essere evidenziata solo con l’esame microscopico del sedimento urinario; si pone diagnosi di ematuria microscopica quando si riscontrano più di tre emazie per campo ad alto ingrandimento.

Ematuria macroscopica

L’ematuria macroscopica non è l’unica condizione che conferisce un colore rosso o scuro alle urine; pertanto deve essere differenziata dagli altri tre casi che possono dare lo stesso quadro macroscopico, ovvero l’emoglobinuria (colore rosso scuro), la mioglobinuria (color coca-cola) e la bilirubinuria (color marsala, marrone). L’unico metodo per fare diagnosi differenziale è sempre l’esame microscopico del sedimento, in quanto nei tre casi citati non vi sono emazie nelle urine ma proteine o pigmenti.
Le strisce reattive (stick) per la valutazione rapida non consentono di differenziare le condizioni in quanto risultano positive sia in presenza di emazie sia in presenza di emoglobina.
Un ‘altra condizione che deve essere distinta dalla macroematuria è la pseudoematuria: in questo caso le urine assumono un colore rosso scuro a causa di alimenti assunti in precedenza quali mirtilli o barbabietole.

In caso di ematuria macroscopica il colore rosso delle urine può assumere diversi gradi a seconda dell’entità della perdita di sangue e dell’intervallo di tempo in cui si verifica: un colore rosso brillante (rutilante) indica un sanguinamento importante, in atto o recente, mentre un colore ‘a lavatura di carne’ indica una perdita modesta.
Spesso l’ematuria macroscopica si associa ad altre anomalie dell’esame delle urine (es. proteinuria, leucocituria, presenza di nitriti ecc.).

Cause

In generale l’ematuria macroscopica è un fenomeno associato a patologie di interesse urologico e pertanto richiede un approfondimento con esami d’imaging delle vie urinarie. Fra la cause principali di ematuria macroscopica vi sono:

  • litiasi delle vie urinarie (calcoli), è la causa più frequente;
  • traumatismi dell’apparato urinario (cateterizzazione, interventi chirurgici);
  • infezioni delle vie urinarie (in particolare la cistite);
  • tumori uroteliali (in particolare il carcinoma della vescica);
  • carcinoma prostatico;
  • carcinoma a cellule renali;
  • iperplasia prostatica benigna;
  • prostatite;
  • rottura di cisti renali.

Ematuria microscopica

Quando l’ematuria microscopica non si associa ad altre alterazioni urinarie si parla di ematuria microscopica isolata, la quale è un reperto occasionale relativamente frequente nei bambini in età scolare (prevalenza del 4%) e negli adulti (15-30%).
La microematuria isolata non è necessariamente patologica, infatti si può riscontrare in caso di esercizio fisico intenso (es. dopo una maratona, in questo caso si parla di ematuria da sforzo), dopo rapporti sessuali, febbre o a causa di contaminazione mestruale.
Data la prevalenza relativamente alta della condizione nella popolazione generale, per i motivi sopra esposti, la diagnosi di microematuria richiede la positività in due determinazioni a distanza di circa due settimane l’una dall’altra.

Di fronte ad un’ematuria microscopica persistente è importante stabilire l’origine delle emazie: se queste sono di origine renale (glomerulare) la causa è di interesse nefrologico, se invece derivano da altre sedi della via urinaria è richiesta la consulenza di un urologo.
Per far questo, durante l’esame del sedimento, si valuta in primo luogo il grado di dismorfismo delle emazie espresso in percentuale; una percentuale di dismorfismo (deformazione, alterazione di forma) superiore al 70-80% è indicativa di origine renale (gli eritrociti attraversando il filtro glomerulare subiscono alterazioni di membrana e quindi di forma); in secondo luogo si valuta specificamente la presenza di acantociti, i quali se presenti in percentuale >5% sono altamente suggestivi di ematuria glomerulare.
Da ultimo si valuta la presenza di cilindri eritrocitari, anch’essi indicativi di ematuria di origine renale.

Cause

La microematuria a basso grado di dismorfismo ha le stesse cause dell’ematuria macroscopica, già elencate sopra.
Una causa alternativa alle uropatie è data dai farmaci che possono facilitare il sanguinamento ovvero gli anticoagulanti.

La microematuria di origine glomerlare (come anche la macroematuria con emazie altamente dismorfiche) dipende invece da patologie renali quali:

  • glomerulonefriti primitive e secondarie
  • nefropatia di Berger;
  • adenocarcinoma renale;
  • rene policistico dell’adulto;
  • rottura di cisti renale semplice;
  • rene a spugna;
  • ipercalciuria;
  • iperuricosuria.

In caso di sospetta patologia renale l’iter diagnostico continua con esami ematochimici, valutazione della funzionalità renale ed eventualmente anche biopsia renale, al fine di individuare la causa.